Domande Frequenti


Che differenza c’è tra agrofarmaci e pesticidi?
Preferiamo parlare di “agrofarmaci” in quanto questo concetto rende meglio la funzione propria dei prodotti; come l’uomo, infatti, quando si ammala necessita di cure a sostegno della propria salute, anche le piante e le colture agricole in generale hanno bisogno delle loro medicine, gli agrofarmaci, per vincere i parassiti e garantire massimi standard di sicurezza.

Che cosa fanno le aziende produttrici di agrofarmaci per prevenire l’impatto dei prodotti sull’ambiente?
Le aziende del settore da sempre investono in ricerca per sviluppare agrofarmaci che permettano di ridurre sempre di più le dosi di impiego e che al tempo stesso abbiano effetti protettivi sempre più selettivi e mirati. Inoltre, sia a livello di aziende che di Associazione, vengono organizzati costantemente corsi di formazione e di aggiornamento per gli operatori del settore, e sono attive collaborazioni con i produttori delle macchine distributrici di agrofarmaci per trovare soluzioni sempre più efficaci ed efficienti per l’impiego degli agrofarmaci.

L’impiego della chimica in agricoltura può essere compatibile con l’ambiente?
L’agricoltura è oggi un’attività ad alto contenuto tecnologico e scientifico, che necessita di essere gestita efficacemente per poter essere produttiva e soddisfare così la crescente domanda di prodotti agricoli, in Italia e all’estero. L’utilizzo di agrofarmaci e fertilizzanti risulta pertanto indispensabile per salvaguardarne la produttività e garantire l’accesso ad un vasto numero di persone dei prodotti della terra.
L’utilizzo intelligente dei mezzi tecnici e il loro impiego in un nuovo modello di agricoltura sostenibile - capace di integrare tutte le risorse e garantire sia la sicurezza degli alimenti sia il rispetto dell’ambiente - è la strada che Agrofarma si propone di seguire per tutelare il consumatore e l’ambiente.

Perché è indispensabile l’utilizzo degli agrofarmaci in agricoltura?
U
n uso corretto dei prodotti fitosanitari, ligio a quanto previsto dalla normativa europea che regola il loro utilizzo a tutela degli operatori agricoli, dei consumatori e dell’ambiente, rappresenta oggi l’unico modo di proteggere le colture dalle malattie e dai parassiti, mantenere inalterata la qualità degli alimenti e preservare una corretta igiene alimentare, evitando ad esempio le contaminazioni anche dopo la raccolta. Essi consentono di limitare lo sviluppo delle tossine naturali, come ad esempio quelle presenti nei cereali, molto dannose per il nostro organismo.

I cibi che arrivano sulle nostre tavole contengono residui di agrofarmaci? 
L’Italia è leader europeo per la sicurezza alimentare. L’ortofrutta italiana è sottoposta a rigorose e continuative verifiche da parte delle autorità competenti, dalle quali emerge un quadro del tutto rassicurante per il consumatore. A livello europeo, ad esempio, i risultati dell’ultimo Rapporto annuale Efsa hanno dimostrato che,  in tema di residui di agrofarmaci, è proprio l'Italia che detiene il minor numero di prodotti agroalimentari con residui superiori ai limiti consentiti (0,4%).
A livello nazionale invece, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Rapporto ufficiale Fitofarmaci del Ministero della Salute, in Italia solo lo 0,5% di frutta e verdura presenta residui al di sopra dei limiti di legge; un dato particolarmente significativo se consideriamo che nel Belpaese, dal 1993 a oggi, i residui irregolari sono passati dal 5,6% allo 0,4%.

A
gricoltura biologica e agricoltura tradizionale: esistono dei criteri per scegliere?
Qualunque tipologia di agricoltura si intenda praticare, biologica o tradizionale, quest’ultima deve risultare sostenibile da tre punti di vista: economico, ambientale e sociale. Se l’agricoltura tradizionale e quella biologica non sono in grado di rispettare tutti e tre questi requisiti fondamentali, allora non possono essere considerate una scelta giusta e sostenibile. Per questo, noi di Agrofarma promuoviamo una visione più ampia e avanguardistica che non escluda una strada a fronte di un’altra, ma che anzi sappia tenere insieme entrambe, conoscendone virtù e limiti, e valorizzando le risorse che offrono. Pertanto, Agrofarma crede fortemente in un’agricoltura sempre più integrata, che contempli la chimica, per poter raggiungere l’obiettivo comune, ovvero sfamare la popolazione mondiale riuscendo a produrre di più con meno risorse, aprendo al contempo al biologico.

Ci sono pericoli collegati ai residui di pesticidi nel babyfood?
Il controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti ha sempre rappresentato una priorità nel nostro paese, garantendo la massima sicurezza per il consumatore.
Il babyfood italiano non contiene residui di agrofarmaci; il Ministero della Salute, organo deputato al controllo in  Italia dei prodotti alimentari, nel suo report annuale ha infatti confermato che tutti i campioni di baby food analizzati sono risultati essere regolamentari non presentando residui.

Cosa si intende con produzione integrata?

La Produzione integrata è una modalità produttiva, definita in dettaglio negli specifici disciplinari regionali, redatti conformemente ai principi e ai criteri riportati nelle linee guida nazionali che, prestando attenzione all’ambiente e alla salute umana, fa uso di tutte le tecniche di difesa disponibili (combinazione di mezzi biologici, chimici, agronomici, tecnologici e meccanici) per produrre alimenti di assoluta sicurezza per il consumatore in modo efficiente ed economicamente redditizio. Aderire al sistema significa adottare le modalità di Produzione integrata, sottoponendosi alle verifiche da parte di un organismo di controllo autorizzato, che certificherà le produzioni e ne permetterà la commercializzazione, facendo uso dell'apposito marchio distintivo del Sistema di qualità nazionale di produzione integrata.
Agrofarma incoraggia l’adozione della gestione integrata delle colture contribuendo, in tal modo, a soddisfare i tre criteri di sviluppo agricolo sostenibile: redditività economica, accettazione sociale e compatibilità ambientale.  

Il settore degli agrofarmaci promuove la ricerca nel nostro Paese?
Il settore degli agrofarmaci investe in ricerca e sviluppo il 6% del fatturato complessivo, impegnando circa il 14% del totale degli addetti ai lavori. Le nostre aziende svolgono una continua attività di ricerca, collaborando con oltre 300 istituti di ricerca in Italia; una vera e propria ricerca “made in Italy”, che produce ricchezza e conoscenza e che contribuisce a sostenere l’eccellenza della nostra agricoltura, riducendo, tra l’altro, la fuga di cervelli che affligge molti settori del mondo della ricerca.

Cosa bisogna fare quando si rilevano dei casi di frode nel settore degli agrofarmaci?
Agrofarma ha avviato un progetto in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, chiamato “Stop agli agrofarmaci illegali” che ha visto l’attivazione di un numero verde 800 91 30 83 al quale si possono rivolgere gratuitamente e anonimamente tutti coloro i quali rilevino qualsiasi caso sospetto di furti, contraffazioni o importazioni illegali. Sempre nell’ambito del progetto, Agrofarma promuove la diffusione e l’applicazione di questi quattro semplici ma importanti accorgimenti:

ASSICURARSI di acquistare agrofarmaci solo da operatori in possesso dei requisiti necessari per la vendita degli stessi;

DIFFIDARE della vendita di prodotti a prezzi significativamente più bassi della media;

SEGNALARE tempestivamente alle autorità competenti coloro che propongono l’acquisto di agrofarmaci al di fuori dei canali certificati;

RICORDARE
che chi vende e chi compra agrofarmaci rubati, importati illegalmente o contraffatti è perseguibile dalla legge.