Caro Lettore,
sono disperata: spero tu possa aiutarmi, di me si parla e parla, ma mai fui ascoltata!
Sono quella di cui i poeti cantano versi, illustri scienziati qualità, colei che dà luce con i suoi colori e con i suoi odori personalità.
Quando sto bene, sono bella e paffuta. In varie forme arancione o rossa, piccola o grossa.
Prendo linfa da terra di mare e montagna, che fanno di me donna di sostanza. Terreno ricco d’animo e qualità rendono ancor più forte la mia unicità.
Alla terra dove nasco i tuoi padri diedero sangue, sudore e coraggio. Gente umile e laboriosa mi tirò su, rendendomi ambita, forte e colma di virtù.
Arancia mi chiamano, con diversi cognomi: tarocco, sanguinello, moro, Regina d’Oriente di quest’isola splendente.
Stato di Crisi per me han dichiarato, ma il mio punto di vista qualcuno ha mai ascoltato?
Sto vivendo tempi orrendi. Adesso, ti prego, ascolta i miei tormenti.
A me altra donna è preferita: donna più calda, di diversa fattura, meno preziosa e a questa terra ignota. Rispettata, per carità, ma il mio sapore mai lei avrà!
In me di Sicilia il sole vive, il suo dialetto, il sapor marino. Scirocco e grecale, terra lavica e di mare. Io per questo sono conosciuta: per essere così, sicula e astuta.
Nei miei viaggi arrivo in Pianura Padana, in Europa e oltre, come di Sicilia degna consorte. Ma adesso sto qui, sola e sconsolata, dal tuo albero mai colta, non più mangiata.
Tristeza Virus mi ha pure contagiata; da questo, con difficoltà, son stata curata. Ma sotto attacco sono costantemente! Ho addosso a me, in continuazione, varia gente.
Piccoli, rossi e insidiosi, acari, mosche, ragnetti e funghetti, nemici obbrobriosi. Rubano la mia anima, odore e sapore. Per colpa loro divento brutta, questo è vero: ma c’è un danno ancor più serio.
La mia polpa tali nemici rendon cattiva: pericolosa per voi, uomini eroi. Quando sono così, lasciatemi stare; piango, malata, e non ho dove andare.
Medicine per me, sì, di diverse ce ne sono. Ma voi non me ne fate più dono! Da quell’altra donna andate, ma sappiate che così, pian piano, del male vi fate.
Sostenete me, per cortesia. Curatemi, coglietemi, amatemi, vostra famiglia consideratemi.
Tramite me, tenete alto l’onore della nostra terra: dei nostri padri contadini, della nostra eccellenza, dei nostri sapori, odori e colori che di cotanti poeti hanno alimentato gli ardori.
Per sempre vostra.
Arancia di Sicilia IGP