Caro Lettore,
sono tipico del Lazio e sono fiore assai speciale
ma da pochi son di fatto percepito come tale,
raramente mi si vede crescer libero in natura,
vengo colto sempre prima di arrivare a fioritura,
mai fui offerto come omaggio di galanteria a una dama,
molto meglio come piatto, alla giudia o alla romana,
non finisco dentro un vaso a render casa tua più bella,
nella pancia di frequente, fatto al forno od in padella.
Son Carciofo e son ben lieto che il mio cuore sia apprezzato,
che diventi una delizia per lo spirito e il palato,
di mie origini rurali sono fiero ed orgoglioso,
di esser cibo popolare, della tradizione sposo.
V’è però da dire pure, che anche ad altri faccio gola,
tra chi ama le mie foglie c’è chi salta, striscia e vola,
parassiti, sorci vari ed insetti assai molesti
mi minaccian di continuo, più di quanto lo diresti;
peronospora, oidio e marciumi del colletto
sono i mali che mi affliggono in modo più diretto.
Per fortuna v’è rimedi, dalla scienza conquistati,
medicine che prevengono raccolti dimezzati,
studiate, a dire il vero, per colture più diffuse
ma talmente necessarie da non essermi precluse.
Alla loro qualità ed al corretto loro impiego
devo parte del mio esser quel che sono, non lo nego;
maggior merito va certo a chi ancora mi coltiva
con pazienza e con gran cura, ‘nsomma co’ passione viva!
Sosteneteci è importante, non ci date per scontati,
i pericoli e il lavoro non van sottovalutati,
van premiata la fatica, il sudore e la pazienza
di chi si occupa di me e mi rende un’eccellenza.
Questa lettera è un appello ma al contempo un moto fiero
perché so’ #borninitaly, er mejo ar monno intero.
Orgogliosamente tuo
Carciofo Romanesco del Lazio IGP