Gigante buono, Oro d’Altamura, questo ero per voi!
“P'cché, u sapít, cuss je u pais di tre 'll, e k 'Llin e 'Llén je la megghia càus d sti quartìrrə”, ancora dice la Signora Lorusso, quando si vanta di me con i suoi ospiti domenicali.
E poi riprende con i vari aneddoti: dai vostri compaesani vengo chiamata “carne dei poveri” perché son ricca di ferro, vengo preferita ad altri fratelli legumi perché so di bosco, son di facile abbinamento e di buon gusto.
Sono la vostra Lenticchia di Altamura, prestigio di questa terra, ove “grotte, doline e antiche mura crean paesaggi di amabilità imperitura” dicevano alcuni, e dove le terre sembran nascondere, facendoti sbirciare, lor preziosa essenza archeologica, tra orme di dinosauri e resti d’uomini nostri antenati.
Io son nota alla tua gente come stemma di murgese fattura, dal sentore erbaceo e di bosco, aroma delicato e ancor più raffinato. Dai tuoi luoghi vengo cantata in tutt’Italia, e fin in terra americana son riconosciuta con origine nostrana.
Ma adesso nessuno mi ascolta: sono in grave pericolo!
È vero, io son resistente a diversi mali, raramente ho bisogno di rinforzi e combatto da sola i miei nemici. Ma come ogni donna, ahimè, anche io ho le mie debolezze, e stavolta non potete ignorarle!
Un tipo strano, brutto e scuro, mi minaccia, pungendomi fuori e distruggendomi dentro, togliendomi l’anima. Voi ricordate di me come vostro “Gigante”, tonica e luminosa; beh, scordatevelo. Quando arriva lui divento brutta, e nessuno può più volermi. Tonchio è l’atroce mio nemico. Coleottero odioso, piccolo e insidioso.
Ebbene si, se non mi curi io posso scomparire!! E a quel punto addio ai gustosi sapori della tua terra, ai conviviali e tipici pranzi, ai sapori di bosco, alla terza elle di cui tanto canti. Addio ad una bandiera della nostra terra, orgoglio culinario dal sapore italiano.
Ascoltami, proteggimi, osservami, curami. Non far piangere i tuoi fratelli contadini che di me in questi luoghi portano stemma. Quando sto male, lancia l’allarme. Trova un modo per farmi tornare splendente, unica regina di questa tavola che profuma di storia e di bellezze d’altri tempi.
Tua devota
Lenticchia d'Altamura