Giove Pluvio, santo cielo!
Quest’anno sono vivo, ma per un pelo.
Io son colui che dà lavoro e gusto
alla gente a te vicina, di nordico fusto.
Da sempre sono Amico tuo, di aurea fattura,
polpa soda e difficil ammaccatura.
Con me vuoi negare che godi?
Ho varie foto, di te e polenta in vari modi.
E poi pannocchie, pop corn e varie ricette,
che senza di me non sarebber neanche più lette.
Io sono il Mais, di atzeca fattura.
Sono arrivato qui da te, in questa terra meno dura.
Ho goduto delle piogge, dei tuoi freschi e di tormente
Ma adesso, Giove Pluvio, a lui inneggio fortemente!
Perché con questo clima sono solo disperato,
continuamente dai nemici attaccato.
Aflatossine, funghi paurosi, mi rubano anima e cuore,
di me annullan l’ardore.
Per causa loro divento brutto e disperato,
per te dannoso, pure mangiarmi vietato!
E ancora Piralide, diabrotica e fusariosi. Insetti e funghi mi levan l’esistenza,
e di me minaccian sussistenza.
Che poi, che sarebbe Italia nostra senza me?
Un po’ alba senza luce, fresco senza vento, can che non abbaia, fiume senza alzaia
Forse chiesa senza altare, poeta che non canta, madre senza figli, tigre senza artigli.
Per il clima sol con Giove posso inveire, ma tu, di certo, me puoi aiutare!
Non ascoltare chi ti dice che senza medicine posso stare
Io ho bisogno di annientare i miei nemici, e di renderli infelici
Per tornar nelle tue tavole sano, italiano e salutare
Chè senza me addio polenta, calda, soffice, succulenta
Addio pannocchia addio insalate, addio ricette colorate
Io d’Italia son cuor pulsante,
di Lombardia re, di altri luoghi sempre importante
Chiama e ascolta i miei tormenti
Non lasciare che i miei sian solo lamenti.
Tuo
Mais di Lombardia