Tonda e Gentile, sì, forse una volta!
“cuor di gianduiotto”, “nostro gusto prelibato”, “perché, sapete, nell’antica Roma si usava donarla per augurare felicità”, ancora dice Madamin Dalmasso, quando si vanta di me con i suoi ospiti domenicali.
E poi riprende con i vari aneddoti: per inglesi e americani ero Hazel e di me cantò anche Monsu Bob Dylan, paragonandomi ad una bella tipa biondina, che tenerezza! E poi per lunghi anni ho accompagnato i francesi nelle passionali notti d’amore, come simbolo di fecondità.
Sono la vostra Nocciola, prestigio di questa terra, ove “colline, boschi e valli s’alternan a castelli, che fan gli occhi sempre belli” dicevano alcuni, o dove le terre sembran nascondere, facendoti sbirciare, lor preziosi vigneti, che rendon vini così vanto dei nostri palati.
Io son nota alla tua gente come stemma d’italica fattura, sapore dolce di montagna, ingrediente essenziale delle bontà che arrivan nella tua pancia.
Essenziale, hai sentito bene. Ma qui nessuno mi ascolta: sono in grave pericolo!
Un tipo strano, con un becco lungo e spaventoso, mi minaccia, pungendomi fuori e distruggendomi dentro, togliendomi l’anima. Voi ricordate di me come vostro “cuore dorato”, tonica e luminosa; beh, scordatevelo. Quando arriva lui divento brutta, vuota e traforata. Balanino o “Curculio nucum” è l’atroce mio nemico. Coleottero odioso, piccolo e insidioso.
Ebbene si, se non mi curi io posso scomparire!! E a quel punto addio alle gustose cioccolate che ti fanno trasalire, ai prelibati dolci, torte e biscotti, a me come sfizio anche da sola o come farina. Addio ad una bandiera della nostra terra, orgoglio culinario dal sapore italiano.
Ascoltami, proteggimi, osservami, curami. Non far piangere i tuoi fratelli contadini che di me in questi luoghi portano stemma. Quando sto male, lancia l’allarme. Trova un modo per farmi tornare splendente, unico re di questa tavola che profuma di storia e di grandi conquiste.
Tò sorela
Nocciola del Piemonte